Perde il lavoro dei sogni e apre una legatoria. Ma il primo trampolino sono stati gli e-commerce

Francesca Premoli, 27enne biellese, dopo la laurea in Restauro e conservazione dei materiali cartacei e membranacei con specializzazione a Bologna in Restauro del libro, ha sfruttato le proprie competenze accademiche per avviare un’attività artigiana tutta sua, e ha trasformato il lavoro manuale in un vero e proprio antidoto a una crisi d’identità dovuta alla perdita di un lavoro che era perfettamente in linea con i suoi studi e i suoi sogni. Oggi Francesca fa il legatore nella sua bottega di Candelo, Rilegato a Mano, che ha aperto lo scorso 15 settembre.

 


Francesca, dopo la laurea avevi trovato il tuo lavoro ideale. Poi cos’è successo?

«Con gli ultimi tagli ai beni culturali del 2011 non ho più potuto continuare a lavorare tra i libri di San Giorgio in Poggiale, in centro a Bologna: qui mi occupavo del controllo conservativo sui volumi della Biblioteca, e del piccolo restauro. In pochi mesi ho visto sgretolarsi tutto quanto, ho lottato per mesi contro il nulla per riottenere una posizione che pensavo quasi mi spettasse di diritto, poi ho sostenuto colloqui di lavoro all’estero e – non lo nego – ho anche avuto una crisi d’identità».

E poi?
«Poi, quasi per gioco, un giorno mi iscrivo su un marketplace americano, Etsy.com, e apro il mio primo negozio online, applicando tutti i miei lunghi studi in una chiave diversa: realizzando legature d’arte uniche e completamente artigianali, da libri da viaggio a pagine bianche, album fotografici ricercati, a guest books matrimoniali e per eventi speciali. Creare e lavorare manualmente mi risolleva piano piano, arrivano i primi ordini dall’esterno e i miei libri partono per Nuova Zelanda, Singapore, Texas…».

Come hai trasformato questa passione in vero e proprio lavoro?
«Ho iniziato a considerare sempre più seriamente questo passatempo creativo e a ricercare sempre nuove tecniche, prima da sola sui libri ed in rete, poi iniziando a frequentare centri di alta formazione atistica per la Legatoria d’Arte, come il CBL Ascona. Ho iniziato a scrivere su qualche blog, ho aperto un secondo e-commerce su AlittleMarket.com, marketplace italo-francese, e ho partecipato ai primi concorsi. Design, legatoria d’arte, giovane imprenditoria sono stati e sono tuttora le parole chiave della mia attività».

Diventare imprenditori però non è semplice come dirlo. Tu come hai fatto?
«A giugno 2013 ho vinto un concorso per giovane imprenditoria indetto da Provincia di Biella e Fondazione Fila Museum (con MAC, Confartigianato, Camera di Commercio di Biella, Proloco Candelo tra i promotori), presentando un progetto d’impresa per una legatoria d’arte artigiana. Il concorso ha messo in bando l’utilizzo gratuito per un anno di una bottega tra le mura del Ricetto Medievale di Candelo, inserito tra i Borghi più Belli d’Italia, dove a settembre scorso ho inaugurato Rilegato A Mano».

Quali sono i tuoi strumenti e materiali di lavoro e come li recuperi?
«Ho iniziato a lavorare con un investimento contenuto, utilizzando un’attrezzatura in linea alla tradizione, in legno e costruita manualmente dietro miei progetti. Ora, quando posso, acquisto attrezzi più professionali, come i ferri da doratore che ho da poco ordinato in Inghilterra da uno dei pochi artigiani a produrli ancora a mano, del costo di svariate centinaio di euro. Acquisto piano piano anche materiali di qualità sempre migliore (una pelle di alta qualità per legatoria può arrivare fino a 200 euro), lo spazio è piccolo, ma poter lavorare con quella che è la mia passione mi rende felice, ma mi spaventa anche…».

Perchè?

«Mi spaventa, a giorni alterni, perché lavorare autonomamente così, al giorno d’oggi, non dà molte certezze, e non ci si può mai fermare un momento. Lavorare come artigiano mi gratifica molto, vedi realmente il frutto del tuo lavoro, ed essere legatore oggi è recuperare un mestiere antico e nobile, e non lasciarlo dimenticare. Anzi, proprio parlando di non dimenticare, adoro la velocità di Facebook se utilizzato a questo fine, è un forte strumento per diffondere conoscenza e cultura in maniera virale».

Oltre agli e-commerce che ti hanno dato il “la” per avviare la tua attività, come sfrutti il digitale nel tuo lavoro artigiano?
«Ho studiato libri di social media marketing e content media management per tutta l’estate, e iniziato a utilizzare tutti questi spunti sui social, Facebook in primis, che apro con un profilo lavorativo, ottenendo quasi subito una risposta incredibile. Vengo seguita e apprezzata per quello che scrivo e tanti contatti si trasformano in conoscenze reali, e vengono a trovarmi di persona in bottega».

Chi si rivolge a te solitamente?
«Il mercato della legatoria è molto di nicchia, rivolto quasi esclusivamente ad appassionati, ed è abbastanza difficile farsi spazio nella ristretta cerchia di legatori oggi attivi sul territorio italiano. I lavori che mi commissionano sono molto diversi l’uno dall’altro: album fotografici, legature personalizzate, scatole realizzate su misura, cosa apparentemente banali ma che quasi più nessuno è in grado di fare. Cerco di diversificare molto la mia produzione, aprendomi a collaborazioni con altri giovani artigiani o professionisti, e realizzando anche piccoli volumi in miniatura, che sono la mia passione e che vendo poi nei miei negozi online».

Quanto costano i tuoi prodotti?
«Il costo di un restauro o di una legatoria è sempre proporzionale alle dimensioni del lavoro o, nel caso di un restauro, all’entità del danno al volume, ma si può partire da 15 euro per una miniatura, fino a svariate centinaia di euro per un volume in pelle dorato a mano».

Quanto la tua laurea ti torna utile nel tuo lavoro?
«Ora sto pian piano espandendo il mio ambito lavorativo alla vera applicazione del mio percorso di studi, ovvero il restauro del libro e della carta, e sto trovando una piccola domanda anche in questa nuova nicchia. Ed avere in mano una laurea dà più serietà alle mie parole, in molti casi».

Progetti futuri?
«Non fermarmi di fronte alle difficoltà che affronto ogni giorno, e arrivare ad aprire un vero laboratorio di restauro del libro e cartaceo, allestito con tutto quanto serve per lavorare ad un alto livello di qualità. E condividere queste conoscenze su un mestiere antico e quasi dimenticato: è sempre stato difficile per me trovare artigiani e legatori disposti a trasmettere le loro conoscenze, e io vorrò sempre fare l’opposto. E a quanti mi chiedono se non ho paura che mi venga rubato il mio lavoro, la risposta che posso dare è che si può “rubare” la tecnica, ma la vera passione per un mestiere non si può rubare, semmai si trasmette».

Redazione

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